Con la conclusione
della trebbiatura dei cereali autunno vernini è già possibile trarre le prime
considerazioni dell’annata produttiva. Considerazioni che confermano la
discontinuità di ogni campagna rispetto a quelle precedenti, sia in termini
produttivi sia di mercato.
«Nonostante le maggiori superfici investite a cereali a
livello mondiale, l'annata
è fortemente caratterizzata dagli effetti climatologici negativi che ormai da
mesi colpiscono le colture un po’ in tutti i Paesi – sottolinea Augusto
Verlicchi, Direttore Cerealproteici di
Terremerse -.
Per questo, ogni giorno assistiamo al ribasso delle stime delle produzioni
cerealicole. Se, una volta terminata la raccolta in tutti i paesi, questa
tendenza venisse confermata dai dati finali, i rischi di una campagna
incandescente come quella del 2008 ci sarebbero tutti. Già adesso tale
incertezza sulla produzione cerealicola ha un forte effetto sui mercati, in
particolare le previsioni al ribasso della produzione di mais negli Stati Uniti, principale paese
produttore a livello mondiale, tengono sostenuto il prezzo di questo cereale
influendo positivamente anche sul prezzo del grano. I buoni prezzi di partenza
fanno ben sperare per il proseguo della campagna di commercializzazione».
Un’incognita che
potrebbe ulteriormente influenzare il mercato cerealicolo, riguarda la produzione e
l'export cerealicolo di Russia, Ucraina e più in generale dei Paesi che si affacciano
sul Mar Nero.
«Per quanto ci riguarda, le superfici investite a
cereali, e nello specifico a frumento, sono state superiori all'anno precedente: i dati
Istat indicano per il frumento
tenero una
crescita delle superfici del 16,8% rispetto al 2011, portando la superficie
nazionale a 620 mila ettari – prosegue Verlicchi - In Emilia Romagna tale
incremento è valutato del 25%. Anche per quanto riguarda il frumento duro, le superfici
mostrano un incremento del 13,5%, portandosi a 1,36 milioni di ettari, in
aumento di circa 160.000 ettari sul precedente anno. Anche nella nostra regione
l’incremento di superficie è
valutato
nell’ordine del 15%».
Sulla produzione
di frumento tenero e duro il principale fattore che in alcuni areali ha
influito sulle rese finali, è stato la scarsa precipitazione piovosa registrata
nell’intero periodo. Nella nostra regione e in particolare nell’area ferrarese le nevicate di
fine gennaio/febbraio sono risultate di lieve entità e di ridotto beneficio in
quanto disperse dai forti venti; inoltre, l’andamento stagionale primaverile è
stato caratterizzato da temperature miti, con scarse precipitazioni che non
hanno favorito il completo riempimento delle cariossidi. Nell’areale ravennate, che ha
beneficiato delle maggiori precipitazioni nevose e più persistenti sul terreno,
il risultato produttivo è stato più che soddisfacente. Dal punto di vista
qualitativo e sanitario, in
entrambi gli areali i risultati sono stati buoni.
Conclude Verlicchi: «Da una prima elaborazione dei dati
rilevati nei nostri magazzini, vanno segnalati gli elevati pesi specifici e i
buoni livelli di tenore proteico raggiunti in media, sia dal frumento duro e
sia dal tenero. Per quanto riguarda il frumento duro la media è di 83,6% di
peso specifico e 14,55% di proteine nell’area ferrarese, 82% di peso specifico
e 14,08% di proteine nell’area di Ravenna. Anche per il frumento tenero sono da
segnalare i medesimi buoni risultati: 84% di peso specifico e 13,90% di
proteine nell’area ferrarese, 82,80% di peso specifico e 13% di proteine
nell’area ravennate. Da un punto di vista sanitario, le ridotte precipitazioni
in maggio insieme ai trattamenti fungicidi eseguiti puntualmente alla spigatura
non hanno favorito la Fusariosi della spiga. In termini quantitativi, Terremerse quest’anno
ha ritirato oltre 70.000 tonnellate tra frumento tenero e duro. Questo risultato
molto positivo è stato raggiunto non solo con l’aumento delle superfici
investite a cereali a paglia, ma anche grazie al numero di aziende che
confermando e rinnovando la loro fiducia, hanno scelto la nostra struttura.
Nonostante la forte disomogeneità produttiva negli areali in cui la nostra
Cooperativa opera, questo ci ha permesso d’incrementare i quantitativi ritirati di circa
il 32% rispetto allo scorso anno. In sintesi, anche questa campagna pone
una forte discontinuità produttiva legata agli aspetti climatici e ci dimostra
come occorre un serio impegno di tutto il mondo produttivo, della ricerca
scientifica e delle istituzioni, affinché si possa investire su una ricerca
varietale e agronomica che ci permetta di mantenere una produzione
qualiquantitativa remunerativa per il cerealicoltore e importante per la nostra
economia».