Il progetto di integrazione della filiera ortofrutta di
Terremerse-Pempacorer con la Cooperativa Apofruit, di cui si è lungamente
discusso durante la seconda parte del 2015, con il 1°gennaio 2016 è
ufficialmente partito.
I presupposti di questo progetto si riassumono in due termini:
specializzazione e aggregazione.
Specializzazione in quanto, in applicazione del progetto, Terremerse
attraverso l’OP Pempacorer diventa l’organizzazione di riferimento delle due
Cooperative per quello che concerne la gestione del prodotto destinato
all’industria di trasformazione (pomodoro, orticole industriali, frutta da
industria), mentre Apofruit si occuperà della gestione del prodotto fresco di
entrambe le organizzazioni.
Aggregazione perché, con questa operazione, Terremerse-Pempacorer
gestirà oltre 250.000 tons di prodotto da industria mentre Apofruit veicolerà
sul mercato del fresco oltre 200.000 tons di prodotto, avendo quindi la
possibilità di presentarsi sui mercati di riferimento con una maggior massa
critica, checonsente di sviluppare strategie più articolate.
«Dal punto di vista dei Soci delle due Cooperative nulla cambia
nell’operatività quotidiana: continueranno, infatti, ad avere un rapporto
diretto con la cooperativa di riferimento, dialogheranno giornalmente con gli
stessi tecnici e avranno anche vantaggi logistici perché potranno scegliere di
portare il proprio prodotto, in base alle loro convenienze, indifferentemente a
uno dei magazzini delle due strutture – spiega Alessandro Cenzuales, Direttore settore Ortofrutta -. Questi
saranno identificati, con apposite insegne, come magazzini o centri di raccolta
Terremerse-Apofruit e verranno comunque gestiti operativamente in maniera
integrata da Apofruit».
L’obiettivo che sottende all’operazione è quello di creare un
vantaggio, non solo economico, per i soci delle due strutture.
Se da una parte, infatti, la concentrazione del processo industriale
sul prodotto fresco genererà una maggior efficienza e di conseguenza minori
costi di gestione (con un conseguente effetto positivo sull’entità delle
liquidazioni), dall’altra, grazie a questo progetto, i soci avranno anche il
vantaggio di poter accedere a maggiori opportunità in termini di scelte
varietali, potendo quindi contare su più ampie possibilità di diversificazione
per le proprie imprese agricole. Noce da frutta, melograno, kiwi rosso e
giallo, sono solo alcune delle specie su cui si sta ragionando in termini di
pianificazione varietale nell’ambito delle due Cooperative.
Nel corso di questo ultimo periodo si sono intensificate le iniziative
comuni tra le due organizzazioni.
Il 27 gennaio scorso i Soci dell’area metapontina delle due Cooperative
hanno avuto la possibilità di confrontarsi in un incontro tecnico che aveva per
oggetto le caratteristiche della coltura del melograno e il programma OCM per
gli investimenti per l’anno 2016, mentre 29 gennaio si è tenuto un incontro
tecnico comune relativo al prodotto pomodoro. Ancora, nei mesi di febbraio e
marzo si svolgeranno le assemblee territoriali in cui si affronteranno temi
concreti che hanno un impatto importante nell’operatività dell’imprenditore
agricolo: verranno proposti e discussi i nuovi regolamenti di conferimento
comune (condizione necessaria per poter applicare lo stesso meccanismo di
liquidazione, ma che possiamo già anticipare non oggetto di modifiche di grande
rilevanza); verranno illustrate le modalità di rendicontazione OCM toccate
anch’esse da qualche modifica in termini di gestione; verranno, inoltre,
proposti dei momenti di approfondimento tecnico dove si affronteranno i temi
dell’innovazione varietale che le due strutture sono già a oggi in grado di
proporre.
Conclude Cenzuales: «Questo nuovo modello organizzativo, peraltro
assolutamente innovativo nel panorama delle aziende, cooperative e non,
operanti nel settore ortofrutticolo, è oggi una realtà. Molte persone di
entrambe le Cooperative, a vari livelli di responsabilità e con compiti
funzionali differenziati, hanno portato il loro contributo per rendere
concretamente applicabile, nelle operazioni quotidiane, il modello operativo
disegnato inizialmente sulla carta. Molto lavoro dovrà ancora essere fatto nei
prossimi mesi per affinare ulteriormente tutte le procedure che consentano al
nuovo modello organizzativo di funzionare al meglio. Il percorso è però
definito e riteniamo che i benefici tangibili di questa operazione saranno
presto chiari per i soci delle due Cooperative».