La proposta di bilancio
dell’esercizio 2016 di Terremerse, approvata dal CdA e che dovrà essere
confermata dalle Assemblee dei Soci della Cooperativa in programma a giugno, vede un recupero di 626 mila € rispetto
all’esercizio dell’anno precedente e 1,5
milioni € di Reddito Operativo Lordo/Ebitda, ovvero reddito prodotto
dall’attività caratteristica. Il consuntivo è influenzato da poste
straordinarie negative, non capitalizzate e non coperte dal ricorso, previsto
nel preconsuntivo, a fondi accantonati a bilancio che rimangono pertanto
intatti. Fra queste poste straordinarie ci sono costi figurativi e non
monetari, derivanti dall’applicazione dei nuovi principi contabili che
sottraggono ai ricavi un valore effettivamente maturato per 315 mila.
Il fatturato 2016 è di 147
milioni €, con un consolidato (comprensivo dei risultati delle società controllate Agriservice,
Borgobuono e Semìa), che si attesta
invece a 171 milioni €.
L’utile finale è di 230 mila €:
si tratta di un dato di per sé modesto, ma significativo, se si considera che è
maturato in un’annata tra le peggiori degli ultimi 10 anni, nella quale si sono
sommati due elementi fortemente negativi. Da una parte la crisi di uno dei
principali clienti industriali di pomodoro da industria, Ferrara Food, con il
conseguente mancato pagamento del prodotto consegnato e dei servizi erogati ai Soci.
Dall’altra gli andamenti pesantemente negativi del prezzo internazionale dei
cereali: una criticità compensata solo dal costante incremento delle aziende
consegnatarie, che hanno contribuito a far raggiungere a Terremerse quantitativi
record di prodotto ritirato, e dall’oculata politica commerciale sostenuta.
Nel settore delle carni si è finalmente delineata una svolta positiva,
frutto dell’integrale innovazione dell’offerta realizzata,
con 120 nuove referenze, e del successo dell’attività di marketing e di
promozione del proprio marchio Borgobuono.
Da segnalare che il margine contributivo del settore ortofrutta si
avvicina al pareggio, dopo un decennio di risultati pesantemente negativi: un
segno inequivocabile della validità delle scelte di riorganizzazione attuate.
Nel settore delle agroforniture sono state sviluppate le componenti
industriali attraverso acquisizioni societarie e l’ingresso in nuovi mercati.
In generale il risultato
d’esercizio 2016 premia le scelte di riposizionamento attuate, senza le
quali Terremerse avrebbe avuto ben altre ripercussioni delle prove che il
mercato e le avversità climatiche hanno inflitto. L’indirizzo inteso a rendere
la Cooperativa meno dipendente dalle avversità climatiche e dalle oscillazioni
dei prezzi internazionali è stato una costante dell’azione di governo
dell’azienda degli ultimi anni.
Nel complesso, tra i risultati ottenuti con le azioni citate va menzionato
anche la crescita dell’incidenza dello
scambio mutualistico con Soci, rispetto al totale dell’attività svolta
anche con clienti e fornitori: la prevalenza mutualistica è passata dal 55,3%
del 2015 al 59%.
Con l’esercizio 2016, così radicalmente proiettato all’innovazione e poi
con l’elaborazione del Piano Triennale 2017-2019 presentato nei mesi scorsi, Terremerse
ha piantato il seme dell’identità futura della cooperativa e di un nuovo modo
di operare e di esercitare l’utilità nei confronti dei Soci, che ha già dato i
suoi primi frutti con il risultato d’esercizio e non mancherà di produrre
soddisfazioni per il futuro.